venerdì 30 novembre 2012

Il reclutatore



E va bene, mentre prendiamo questo aperitivo ti racconto tutta la verità.
Sono un rappresentante della GSD, General Support Distribution Ltd., anzi, sono l’unico rappresentante, ma questo non è importante perché in realtà la GSD non esiste.
O meglio, esiste solo sulle carte che mi porto nella valigetta, fornisce prodotti che esistono solo su queste carte ed ha una sede che cambia ogni volta che arrivo.
No, non mi chiedere da dove vengo, te lo dico dopo.
Diciamo che ad un certo punto io compaio su un pianeta, di solito mescolato tra quelli che hanno appena passato la dogana, ho le carte in regola con tutti i timbri, la valigetta, soldi contanti e vado subito a prenotare un viaggio per qualche altra destinazione.
Esco dallo spazioporto, fisso un albergo e poi mi metto in moto. Cerco qualche Autorità o qualche Manager, fisso appuntamenti, presento i prodotti che mi sembrano più appetibili, la tiro in lungo fino a che ad un certo punto sparisco.
Perché vedi, il mio obiettivo non è affatto quello di vendere qualcosa, ma di prendere qualcosa.
Tu sai come girano le cose nella galassia. 
Abbiamo questo Supremissimo, che si fa chiamare Little Daddy, quello che da più di mille anni comanda in maniera assoluta e che ormai di umano avrà solo qualche pezzo di cervello, con tutte le protesi che si è fatto fare.
Tu sai che comanda attraverso diversi miliardi di androidi ai quali ha dato la sua faccia da pazzoide crudele, che la sua faccia è su tutte le astronavi, in cima ai palazzi, su tutti i documenti e sui soldi, perfino sulla biancheria delle persone, per far sentire a tutti che lui c’è, che sorveglia tutto e tutti, e tu sai che tutti gli esseri umani sono divisi in due categorie: gli Specialisti e i Generici. E sai bene che ogni Specialista, dal comandante di astronavi, al manager, al funzionario e perfino al cameriere di questo bar è semplicemente uno che si è venduto a lui giusto per avere un po' di potere o un po' di soldi, e per mantenere questo privilegio o per fare carriera non esita a trasformarsi in spia. E se mai qualcuno degli Specialisti in questi mille anni ha provato a organizzare una ribellione è stato scoperto e neutralizzato prima di aver raccolto anche solo due o tre seguaci.
Little Daddy ha rafforzato il suo potere spingendo al massimo la globalizzazione.
Ogni pianeta della galassia è costretto a produrre una sola cosa: c’è il pianeta che produce le sedie, quello che fa i tavoli, quello che fa il grano, quello che fa la birra, quello che fa i trattori e così via. Arrivano le astronavi a prendere il prodotto di un pianeta e consegnano il minimo indispensabile che serve al pianeta stesso, e che è stato prodotto negli altri pianeti. Con questo sistema, neanche voi Generici potete ribellarvi, perché basterebbe bloccare il flusso di astronavi, e sareste alla fame in poche settimane prima ancora che arrivi qualche battaglione di androidi a decimarvi.
Adesso ti dico una cosa: io vengo da un pianeta che non c’è.
Lo scoprì il mio bisnonno, uno Specialista ribelle che ebbe il buon senso di confidarsi solo con sua moglie. Il mio bisnonno costruì un apparecchio, e lo puntò su una mela, che sparì.
Fece delle modifiche, finchè altre mele, oltre che sparire, tornarono dopo un tempo da lui stabilito. E poi un giorno una mela ritornò in bocca ad un animaletto peloso, indubbiamente mammifero e respirante ossigeno. Allora insegnò alla bisnonna come usarlo, se lo fece puntare addosso ed entrò in un universo parallelo, si trovò su un pianeta disabitato ma abitabile, e quando la bisnonna lo richiamò indietro organizzò la fuga per loro ed i loro figli.
Per qualche anno il bisnonno andò avanti e indietro, portando sul pianeta ogni sorta di attrezzature; costruì una casa, portò ancora scorte di cibo, due pecore, una decina di galline, tutte le mappe di tutti i pianeti della galassia e alla fine trasferì definitivamente moglie, due figli e lasciò che l’apparecchio si autodistruggesse.
Una volta organizzata la sopravvivenza, il bisnonno ricostruì l'apparecchio, più preciso e sofisticato, che permetteva di scegliere il punto esatto dove apparire in qualunque pianeta della galassia.
E così mio nonno prima,  poi mio padre e adesso io, faccio continue scorrerie tra il nostro pianeta che non c’è e i pianeti della galassia. Appaio, eseguo la mia missione, e al tempo stabilito l’apparecchio mi riporta al nostro pianeta. Cosa faccio ? Te lo dico subito.
Vedi, il progetto del bisnonno è che il pianeta che non c'è possa produrre tutto quello che serve, che diventi autosufficiente, e che le persone che lo abitano possano vivere facendo il lavoro che vogliono.
Per ottenere questo, la mia missione è di andare su un pianeta che abbia una tecnologia o un prodotto che ci serve e portarlo via con me, ma soprattutto, se trovo una persona che vuole cambiare la sua vita, la mia missione è di portarla sul nostro pianeta: ormai siamo più di diecimila, tra gente che abbiamo trasferito e figli nati da loro.
Adesso ascolta bene, perché tra poco il mio tempo finisce.
Sono venuto sul tuo pianeta perché voi coltivate le rape per tutta la galassia.
Noi non abbiamo rape ed ho già preso un bel sacchetto di semi, ma cercavo anche una persona che sapesse coltivare le rape, e tu sei una Generica esperta di rape, e non sei solo una bella donna con i capelli rossi e gli occhi verdi, sei anche una persona che ha voglia di libertà.
Perciò ti dico, vieni via con me, sul mio pianeta.
Dovrai coltivare le rape e insegnare a qualcuno dei nostri ortolani a farlo, poi potrai sceglierti il mestiere che vuoi, qualunque mestiere, anche fare l’artista, se vuoi.
Ecco, l’aperitivo è finito, hai deciso ?
Si ?
Splendido, nessuno sta facendo caso a noi, dammi la mano e facciamoci trasferire insieme.
Ah, senti Ruth, non c’è fretta, magari prima ti organizzerai un po' e poi mi risponderai, ma …. che ne diresti di sposarmi ?

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